sabato 22 novembre 2014

Monte San Giovanni Campano - Crolli nel Capoluogo -

Qualche tempo fa' c'è stato chi ha detto più volte che si faceva cattiva pubblicità alla città nel sottolineare quello che si verificava ed ha iniziato una vera campagna di "moderno ostracismo" nei confronti di chi denunciava lo stato dei fatti. Non si trattava solo dei crolli o delle frane ma anche di altre criticità come ad esempio l'eternit presente nella frazione Anitrella , i depuratori insufficienti o sconosciuti all'Arpa Lazio, le discariche di rifiuti e i rifiuti abbandonati in ogni dove. Una volta fu detto addirittura che le foto erano false o meglio ancora che non si doveva creare pregiudizio con false notizie perchè chi leggeva i giornali avrebbe potuto pensare che venendo a Monte San Giovanni Campano si poteva prendere il cancro per l'eternit. La superficialità dei politici legata  a quell'atteggiamento in tre anni ha portato il territorio sull'orlo del baratro e il menefreghismo lo ha spinto nel precipizio.



I "campanelli di allarme" che  davano le strutture e l'Ambiente erano avvisi precisi e circostanziati  di situazioni che poi si sono  verificate puntualmente.  Da tre anni quindi e dopo "i segnali di avviso"si sono verificati una sequela di "sinistri" Ambientali e strutturali in quel tessuto delicatissimo rappresentato dalle strutture presenti nel Capoluogo e nell'Ambiente . Un elenco lunghissimo come lunghissimo è il conto economico di un disastro annunciato. Si sono verificati eventi franosi di portata epocale in più frazioni che hanno costretto il Comune a dichiarare lo stato di calamità e chiedere fondi per 3.000.000 di euro alla Regione Lazio che non sono mai arrivati.


Immagine parziale della frana di Colle Odioso 
 Nel Capoluogo si sono verificati crolli importanti come ad esempio il muro di cinta della scuola che ora è in ristrutturazione per l'adeguamento sismico; crolli di tegole che hanno procurato lesioni fisiche; crolli di solai in case disabitate; sono continuati i crolli al muro di cinta della città a Fuor di Porta; crolli di tetti e per finire l'ultimo crollo in quella che fu Casa Mancini in via S. Giusta (dal lato di via Roma). L'assoluta mancanza di prevenzione e di un qualsiasi tipo di politica conservatrice per il Capoluogo fa' capire quale possa essere l'interesse di chi ingannò gli elettori dicendo di voler far rivivere il Capoluogo. Due metri e due misure per l'emissione di ordinanze per i palazzi del Capoluogo si sono poi evidenziate quando fu spostato l'ufficio Tecnico per presunta fatiscenza. Fu fatta una ordinanza di sgombero e messa in sicurezza ad un palazzo dove non era caduta neppure la polvere della vernice data alla facciata ma per le situazioni più gravi non si sono presi provvedimenti di rigore nei confronti dei proprietari che hanno abbandonato quelle case, al loro destino, che insistono sulle pubbliche vie. Ma c'è ancor di più perchè mai come in questo caso il palazzo Mancini insiste su via S. Giusta, su via Roma, sul nuovo Parcheggio in costruzione (fermo al palo) e sulla stradina pedonale che dovrebbe permettere ai Cittadini di fruire  il parcheggio. Quindi l'uscita del parcheggio  in via di realizzazione è proprio sotto il palazzo che si presenta oramai come uno scheletro imbiancato e senza tetto a seguito dei crolli. La pericolosità di tale situazione sia per la gente comune che ci abita che per gli operai di certo non è presa in considerazione forse perchè chi abita da quelle parti risulta assegnatario di abitazioni popolari e per questo ritenuto meno importante dai politici che hanno un evidente metro di valutazione legato al valore economico delle persone  e infatti non ci sono transenne o avvisi di crolli che potrebbero realizzarsi. Di fatto se c'è un qualsiasi tipo di problema che riguarda il Comune che possa essere reale o immaginario prendono immediatamente provvedimenti di prevenzione se invece i problemi possono riguardare in modo esclusivo i Cittadini si adotta il metodo: "campa cavallo che l'erba cresce".
Il Blog è oramai stufo di pubblicare foto perchè non è un giornale e non vuole fare giornalismo ma se nei giorni futuri non vedrà l'interesse della stampa si scatenerà con un vero album sul disastro annunciato dal 2011. C'è altro che dovrà crollare nel Capoluogo come ad esempio il muro di cinta del Piazzale Corte e non c'è nessuna speranza che possa essere sistemato in quanto MANCA la volontà politica di sistemare le cose e quindi non resta altro da fare che aspettare l'ennesimo crollo tanto non importa niente a nessuno. Però quando si leggono sui giornali le parole "la nostra amata città" non si può far altro che sorridere di fronte a tanta demagogia , a parole scritte senza senso ,DISSOCIATE dalla realtà e sicuramente appartenenti ad un regno che non è di questo mondo. Le associazioni? Si fanno i fatti loro... e soprattutto... cantano e sunano allegramente degustando bruschetta cappuccina.

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