L’olio extravergine di oliva è un’eccellenza
di buona parte Lazio , che esclude le province di Frosinone e Roma, e anche un simbolo importante in termini di storia, cultura e
sostenibilità. Il 2, 3 e 4 ottobre la Regione ha portato tutto questo
all’Expo a Milano.
L’obiettivo principale di “Lazio Terre dell’Olio”, progetto della Regione che rientra in un’iniziativa nazionale più ampia, è proprio quello di valorizzare i territori di appartenenza delle 4 DOP dell’olio del Lazio: Canino (VT), Colline Pontine (LT), Sabina (RI) e Tuscia. (VT)
L’obiettivo principale di “Lazio Terre dell’Olio”, progetto della Regione che rientra in un’iniziativa nazionale più ampia, è proprio quello di valorizzare i territori di appartenenza delle 4 DOP dell’olio del Lazio: Canino (VT), Colline Pontine (LT), Sabina (RI) e Tuscia. (VT)
Protagoniste dell’iniziativa le tradizioni alimentari delle tre Province
connesse al
tema dell’olio, con l’obiettivo di tutelare la vocazione del
territorio, incentivare il turismo e l’ospitalità, sostenere le
imprese olivo-oleicole ed educare alla corretta alimentazione. Per
questo la Regione ha predisposto dei percorsi turistici tematici e
attivato sportelli informativi in cui ricevere informazioni sui siti da
visitare e le aziende in cui acquistare l’olio extra vergine di oliva.
Questi gli itinerari del progetto "Lazio Terre dell'Olio":
Itinerario DOP Canino lungo il “territorio farnesiano”, in località come Nepi, Ronciglione e Caprarola, per rivivere il Medioevo tra i vicoli tipici, le chiese romaniche e le rocche castellane costruite in posizione panoramica su colline di tufo.
Itinerario DOP Colline Pontine: dalla città dei butteri Cisterna di Latina al golfo di Gaeta passando per le rovine archeologiche dell’antica Norma e il monumento naturale Giardino di Ninfa.
Itinerario DOP Sabina: dalla Sabina romana alla Sabina reatina alla scoperta di Palombara Sabina, Nerola, l’Abbazia di Farfa e il Museo dell’olio di Castelnuovo di Farfa, con diramazione verso le Ville di Tivoli – Sito Unesco.
Itinerario DOP Tuscia: dall’etrusca Tarquinia (con escursione alla necropoli di Cerveteri) al lago di Bolsena e Civita Castellana e al Parco dei Mostri di Bomarzo.
Le Camere di Commercio e l'Arsial forniranno assistenza alle imprese del territorio per individuare sia i prodotti sia le modalità di vendita più congeniali con particolare attenzione verso gli acquirenti internazionali che potranno trovarsi in Italia in occasione di Expo.
Questi gli itinerari del progetto "Lazio Terre dell'Olio":
Itinerario DOP Canino lungo il “territorio farnesiano”, in località come Nepi, Ronciglione e Caprarola, per rivivere il Medioevo tra i vicoli tipici, le chiese romaniche e le rocche castellane costruite in posizione panoramica su colline di tufo.
Itinerario DOP Colline Pontine: dalla città dei butteri Cisterna di Latina al golfo di Gaeta passando per le rovine archeologiche dell’antica Norma e il monumento naturale Giardino di Ninfa.
Itinerario DOP Sabina: dalla Sabina romana alla Sabina reatina alla scoperta di Palombara Sabina, Nerola, l’Abbazia di Farfa e il Museo dell’olio di Castelnuovo di Farfa, con diramazione verso le Ville di Tivoli – Sito Unesco.
Itinerario DOP Tuscia: dall’etrusca Tarquinia (con escursione alla necropoli di Cerveteri) al lago di Bolsena e Civita Castellana e al Parco dei Mostri di Bomarzo.
Le Camere di Commercio e l'Arsial forniranno assistenza alle imprese del territorio per individuare sia i prodotti sia le modalità di vendita più congeniali con particolare attenzione verso gli acquirenti internazionali che potranno trovarsi in Italia in occasione di Expo.
Il progetto è stato realizzato insieme a Unioncamere Lazio, Camera di Commercio di Viterbo, Rieti e Latina, Arsial, LazioInnova, Azienda Romana Mercati oltre al Miur il Mattm e il Mibact con il supporto di Invitalia.
Logicamente la Regione Lazio promuove quello che ha a disposizione per l'eccellenza mentre i politici locali della provincia di Frosinone continuano a far vetrinetta con l'olio d'oliva improvvisando inutili sagre e degustazioni dal sapore retrivo spendendo denaro pubblico che potrebbe essere utilizzato per il giusto riconoscimento COMUNITARIO e LEGALE che merita la produzione olearia nostrana.
In tutta questa differenza di valorizzazione del territorio c'è solo da dire che nelle province di Rieti, Viterbo e Latina hanno saputo fare meglio che in provincia di Frosinone ma forse da noi è più indicata la Sagra della Pecora! come sanno cucinare le pecore e come sanno raccontare la tarantella in Ciociaria non lo sanno fare da nessuna parte.
C'è da dire però che la Regione Lazio ha ben individuato il progetto per la Provincia di Frosinone con la valorizzazione dei Cammini di Fede perchè i progettisti hanno capito benissimo che da queste parti si prega tanto nella speranza che prima o poi accadrà un MIRACOLO per i Comuni che contano solo disoccupati.
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