Al produttore/detentore spetta il compito di classificare i propri rifiuti assegnando a ciascuno il corretto codice CER. Secondo le disposizioni della Decisione 2014/955/UE, del Regolamento 2014/1357/UE e del Regolamento 2017/997/UE, il produttore deve cioè identificare i propri rifiuti attraverso una delle tre macro-categorie di codici previste dal Catalogo Europeo dei Rifiuti (CER):
- Codice CER pericoloso “assoluto” (AH: Absolute hazardous): Se il legislatore ha preventivamente ritenuto pericoloso il rifiuto in esame, il produttore dovrà attribuirgli un codice CER identificato da un asterisco (*), secondo le proprietà di pericolo definite da HP1 a HP15 nell’Allegato III della Direttiva 2008/98/CE. Sarà comunque compito del produttore procedere con la valutazione delle caratteristiche specifiche di pericolo, al fine di adempiere alle disposizioni della Direttiva Quadro.
- Codice CER non pericoloso “assoluto” (ANH: Absolute non hazardous): Nel caso di rifiuti per i quali non è previsto, a monte dal legislatore, che possano sussistere caratteristiche di pericolosità, il produttore attribuirà un codice CER privo di asterisco. Questi rifiuti vengono considerati non pericolosi a prescindere dalla concentrazione di sostanze pericolose contenute.
- Codici CER a specchio: Se un rifiuto è classificato con codici CER speculari, uno pericoloso e uno non pericoloso, per stabilire se effettivamente si tratta di un rifiuto pericoloso, il produttore è tenuto a determinarne le caratteristiche di pericolo HP secondo il metodo seguente.
Che cosa deve fare il produttore di un rifiuto con codice a specchio?
Il produttore/detentore, a fronte di un rifiuto classificabile con codice CER a specchio e considerando le proprie responsabilità lungo l’intera catena di gestione, è tenuto a determinare le effettive caratteristiche di pericolo del rifiuto attraverso le seguenti operazioni:
- Individuare i composti presenti nel rifiuto attraverso:
- La scheda di sicurezza dei prodotti chimici impiegati;
- Informazioni specifiche del produttore circa l’uso e “quantità” dei prodotti chimici impiegati;
- La conoscenza del processo produttivo che ha generato il rifiuto;
- Il campionamento e l’analisi del rifiuto;
- Determinare i pericoli connessi a tali composti collegando le indicazioni di pericolo H con le caratteristiche di pericolo HP, ovvero consultando: la normativa europea sull’etichettatura delle sostanze e dei preparati pericolosi; le fonti normative internazionali; la scheda di sicurezza dei prodotti che hanno originato il rifiuto;
- Stabilire se le concentrazioni dei composti contenuti comportino che il rifiuto presenti delle effettive caratteristiche di pericolo correlati a essi, effettuando test per verificare se le concentrazioni rilevate siano superiori al limite soglia per le frasi di rischio specifiche per quei componenti.
Quali sono le responsabilità del produttore dei rifiuti?
Nella pratica di ogni giorno, raramente un’impresa dispone delle
capacità, degli strumenti e del personale in grado di adempiere alle
operazioni di campionamento e analisi per identificare e classificare
correttamente i propri rifiuti. Per questo, solitamente l’assegnazione dei Codici CER è affidata a un laboratorio di analisi.
È importante ricordare che la responsabilità del produttore/detentore non viene meno anche in questa fase, a lui restano in capo tutti gli obblighi di gestione. Ciò comporta che sia tenuto al controllo dell’operato
dei suoi collaboratori, incluso quindi il laboratorio di analisi al
quale affida il compito di classificare i propri rifiuti. Ecco perché il
produttore/detentore, tramite una procedura operativa predeterminata,
deve:
- Verificare l’accreditamento del laboratorio e la garanzia di un idoneo sistema di qualità per le operazioni richieste;
- Assicurarsi che il laboratorio di analisi svolga le attività richieste nel rispetto delle procedure.
In caso di incertezza, occorre classificare un rifiuto come pericoloso?
Il principio di precauzione è da applicare anche ai casi di incertezza, ma soltanto nel caso in cui non sia tecnicamente fattibile ed economicamente sostenibile determinare la natura di un rifiuto (secondo il principio comunitario della ragionevolezza tecnica ed economica). Classificare preventivamente un rifiuto come pericoloso non è, quindi, la soluzione corretta!
Di fronte a un rifiuto con codice a specchio è necessario ricercare in esso le sostanze “che possano ragionevolmente trovarvisi”: secondo il principio di proporzione applicato al principio di precauzione, non è necessario verificare l’assenza di qualsiasi sostanza pericolosa nel rifiuto.
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