venerdì 5 giugno 2015

SIAMO ARRIVATI AL RAZIONAMENTO IDRICO

Monte San Giovanni Campano pur essendo un paese ricco di risorse idriche è in piena emergenza idrica con tanto di razionamento idrico.
La gestione molto approssimativa realizzata da ACEA con la complicità del Comune ha portato il paese e i suoi abitanti ad una catastrofe di proporzioni epocali.
Il Comune dopo aver spalleggiato ACEA in tutte le sedi,quale società di servizio che fornisce l'acqua, si è ritrovato nella situzione di emergenza idrica conclamata e dichiarata ai Cittadini; un vero stato di emergenza che non può essere nemmeno nascosto.
I politici locali non contenti di aver arrecato sofferenze economiche ai Cittadini  sono arrivati ad emettere l'Ordinanza n.9 che preclude la destinazione dell'acqua proveniente dall'acquedotto alle attività produttive che non sono strettamente collegate a garantire l'igiene e la salute  pubblica.



Di fatto questa ordinanza emessa dal Comune di Monte San Giovanni Campano sancisce il razionamento del'acqua a tempo indeterminato precludendo l'accesso all'acqua a molte attività produttive come quelle edili ad esempio ben specificate.  A seguito dell'ordinanza  altre attività come autolavaggi, tintorie, laboratori per la trasformazione di prodotti eduli, negozi di frutta e verdura, pasticcerie ecc ecc che normalmente usano l'acqua per il loro lavoro potranno essere multate e segnalate all'Autorità Giudiziaria per non aver rispettato l'ordinanza Sindacale.
Certo è che questa situazione di così vasta portata e gravità non può essere risolta con una semplice ordinanza e contemporaneamente fare finta di nulla. Si lamenta inoltre che il Comune nonostante il riconoscimento dell'emergenza idrica attuata tramite il  razionamento dell'acqua non ha preso nessun provvedimento risolutivo e neppure ha  additato pubblicamente i responsabili di questa catastrofe.
Infine pur essendo Monte San Giovanni Campano ricchissimo di acqua, tanto è vero che i pozzi e le sorgenti sono fonti di captazione da parte di ACEA, si ritrova nella condizione che prevede il DIVIETO di utilizzare l'acqua potabile per abbeverare gli animali. Di fatto ed è incontrovertibile che la situazione in cui versa attualmente il territorio in condizione sub sahariana dovrebbe suggerire al Sindaco la risoluzione del contratto con ACEA Ato5 Spa per inefficienza e inefficacia del contratto relativo al servizio di foritura idrica.



Il resto che viene detto nelle sedi politiche , sui giornali o nei bar  dagli adepti e sostenitori dei politici restano chiacchiere al vento in quanto la realtà è unica: A soffrire tocca sempre ai Cittadini. In questo periodo di vacche magre mettere sotto scacco le poche attività produttive rimaste rappresenta solo una crudeltà inaudita soprattutto quando come ora sono impegnate  per il pagamento delle esose tasse Comunali e Statali.
L'ordinanza n.9 /2015 di fatto non può essere rispettata dai Cittadini perchè provocherebbe danni inauditi e irreparabili alle loro famiglie e di fatto rappresenta solo un foglio di carta che sminuisce l'Autorità delle Istituzioni gettando un intero territorio nell'anarchia più completa aggiungendo alla sofferenza del razionamento idrico ulteriore sofferenza psicologica per la procurata  disobbedienza all'ordinanza Sindacale.
Due sono le cose: 1) E' un'ordinanza sbagliata che il Comune dovrebbe ritirare dando spiegazioni di trasparenza eccezionali e pubbliche; 2) L'ordinanza emessa è valida e allora ciò vuol significare che è la debacle per il servizio di fornitura idrica che di fatto è diventato capace solo di spillare  denaro alla gente.
La domanda è la seguente: Quando inizierà il razionamento dei generi alimentari?

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